Cominciamo bene... se non altro per il risultato. Risultato che a mio parere non rispecchia l'andamento della gara, in cui per lunghi tratti è stata una davvero ottima Lazio a condurre la partita, e il Milan ha scoperto di essere capace di chiudersi e ripartire, anziché chiudersi e basta. O chiudere, rubare palla e iniziare un tour de force di settantadue passaggi per arrivare all'area avversaria. Alleluia. Bravo Pippo a fare di necessità virtù e trasferire sul campo in modo proficuo la grande verità che traspare dalla storia societaria: non siamo più una Grande Squadra. Basta guardarsi allo specchio. Giocare facile e pedalare.
Contenti sì, ma non esaltiamoci. Gli episodi e qualche spunto individuale hanno fatto la differenza e ci hanno premiati, se non oltre i nostri meriti, sicuramente oltre i demeriti della Lazio.
Sono entusiasta invece della prestazione del Faraone, tornato ai suoi livelli migliori (ma così a rischio mercato di gennaio
) e per il nostro nuovo portiere che nel suo repertorio, oltre al gol preso da 50 metri, ci mette il rimo rigore parato... tiro di Candreva un po' troppo morbido, ma ben angolato.
Solo un'ultima cosa, Pippo.... ti prego, Essien non farmelo più vedere...
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