Ieri sera ho capito che il Dio del calcio esiste… e decide. Quando una squadra deve vincere, non ce n’è per nessuno. Lo dimostra la sottile differenza fra la traversa di Tevez rimbalzata in rete e quella di Robinho tornata in campo a negarci persino il gol della bandiera. A parti invertite sarebbe uscito un pareggino… forse un po’ più coerente con l’andamento della gara.
La storia delle partite del Milan a S. Siro contro le “grandi” ( Inter, Roma, Napoli, Atletico, Juve…) segue un copione infallibile. La squadra va in campo con il piglio giusto: aggressiva, veloce e autoritaria quanto basta. Fa gioco, possesso palla, crea occasioni, le spreca, magari riesce pure a segnare… ma viene sistematicamente punita in contropiede. Ok… è risaputo che il gioco d’attacco espone a dei rischi, ma dovrebbe anche produrre qualche gol in più, non solo pali, traverse, palloni in curva e nove in pagella ai portieri avversari.
Scherzi a parte, complimenti alla Juve che la fortuna l’ha avuta ma se l’è anche cercata… e ci ha dato una lezione di solidità difensiva, ed efficacia offensiva… o forse ha semplicemente messo in evidenza il fatto che dietro non sappiamo aggredire e davanti abbiamo piedi buoni ma poca forza d’urto, nonostante il lodevole impegno del buon Pazzini.
E soprattutto auguri di pronta guarigione ad Andrea Poli, che ho sempre considerato uno degli acquisti più utili, e sicuramente il più sottovalutato, del nostro mercato estivo.
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