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Vuelta espana 2013

Ultimo Aggiornamento: 17/09/2013 16:07
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17/09/2013 16:05

Re:
Il vecchio Gio, 17/09/2013 15:01:

Dite che l'additivo della Shell B-Power si smaltisce così in fretta? [SM=g10337]




Basta usarne uno supercancellante. [SM=g9664]


La cosa che fa più specie sono i titoli sensazionalistici del 42enne che vince contro dei "fanciulli".

Eppure dubbi sul ciclista erano anche giustificati.

Segnalo sul tema questo articolo di Eugenio Capodacqua su repubblica.it

Il giallo del vincitore della Vuelta che non viene trovato nell’albergo intriga, come la palpitante telenovela che lui avrebbe informato di tutto i controllori, i quali avrebbero secondo i dirigenti della squadra sbagliato albergo. Come la si rigiri, alla resa dei fatti resta che comunque Horner in qualche modo non è stato sottoposto a ”quel” controllo a sorpresa. Ed è solo la ciliegina sulla torta di una vicenda che non finisce di allungare ombre e sospetti. Non stupisce più di tanto chi conosce l’ambiente ciclistico di vertice che è ancora fortemente impregnato di quel “sistema-doping” in cui, come scrive nel suo libroTyler Hamilton (La corsa segreta, ed. Limina) tutti fanno tutto e tutti sanno tutto di tutti. Mogli comprese.
Stupisce (caso mai la parola abbia ancora un significato in questo ambiente dove la vera corsa è al prodotto più potente e meno individuabile ai controlli, come emerge da più testimonianze), invece, la generosità e l’atteggiamento comprensivo degli altri primattori dello scenario ciclistico mondiale. Stupisce, ad esempio che uno come Nibali che da sempre ha avuto posizioni (e affermazioni) chiarissime contro il doping accetti col sorriso sulle labbra che un quasi sconosciuto (alla vigilia) vinca la terza corsa a tappe più importante del mondo, non il circuito della pur bellissima Canicattì. Così, passivamente, senza neppure un dubbio. Nonostante certe evidenze, che non possono certo sfuggire agli addetti ai lavori.Il siciliano è certamente la più bella realtà del ciclismo nostrano e forse anche mondiale. Però tanta generosità lascia un po’ perplessi. Perché sembra inopportuna di questi tempi. Se non sono loro, i protagonisti, gli uomini di vertice che hanno addosso l’attenzione dei media a dare segnali precisi e inequivocabili di rottura con certe omertosità del passato per dare finalmente un briciolo di credibilità a tutto l’ambiente, chi mai lo deve fare? Va bene la cortesia, la prudenza, la comprensione – in fondo sono tutti accomunati dalla stessa sconciante fatica – ma come si può pensare che il ciclismo cambi se tutto passa con un sorriso e un semplice :”Cosa devo dire? Horner è andato fortissimo”? Nibali adesso è una stella del ciclismo mondiale ed avrebbe il dovere di difendere e sostenere il ciclismo che vuole cambiare. Soprattutto perché ha avuto sempre posizioni non equivoche in merito. No può dunque comportarsi come l’ultimo “quaquaraquà” del plotone che pensa solo alla fine del mese e al conto in banca. Un campione che si dica tale ha anche l’obbligo di dare l’esempio. E, se vogliamo andare a fondo, non è certo un buon esempio il fatto che quando ti fanno un bel contratto multimilionario prendi e te ne vai in Svizzera. Per carità, il Canton Ticino è bellissimo, confortevole e molto ben organizzato: scuole, asili nido, servizi e… – ciò che non guasta – anche meno tasse. Dice: la carriera di un atleta dura poco (affermazione poi non tanto reale se a 42 anni si può ancora vincere una Vuelta…) e bisogna monetizzare al massimo. Giusto. Ma quanto può cambiare la vita e il relativo tenore poter gestire – dico a caso – 1,5 milioni di euro l’anno invece di 2? Cifra che un lavoratore comune non riesce comunque a guadagnare in una vita. Che senso civico c’è in tutto questo? Che amore per il proprio paese? Che esempio si dà alle nuove generazioni? Che stimolo al cambiamento? Ah, quanto mi sarebbe piaciuto che Nibali avesse detto: “Bene, guadagno tanto e sto in Italia perché è il mio Paese e il mio Paese ha bisogno di me”.
Ecco, finchè qualcosa non cambierà anche a questi livelli sarà ben difficile che il ciclismo e lo sport in generale esca dalle secche dei sospetti e dello scetticismo. Se non si sente il dovere di fare qualcosa, ciascuno nel suo ambito, vuol dire che questo sport è già morto. Crisi o non crisi. Horner o non Horner.
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Uepino non è Schettino...è rimasto a bordo fino all'ultimo
Ka cimm a fe?


Ciao Clara

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