Siamo a cavallo tra la caduta del governo gialloverde M5S - Lega e l'embrione di un governo(?) giallorosso M5S - PD.
La mia riflessione non è sulle convenienze a fare o meno un governo, ma logica sulla situazione generale.
Sono due tornate elettorali (e chissà quante altre ce ne saranno) dove i competitori principali sono 3.
Il nostro sistema elettorale non è studiato per un tripolarismo e prima che si trovi una soluzione efficace forse lo stesso tripolarismo sarà finito.
Le tre forze ondeggiano tra il 15 e il 40% e numeri alla mano non si può governare da soli.
Il problema allora è creare accordi (programmi, contratti, punti di incontro, insomma come volete chiamarli) con una forza politica che fino al giorno prima si è demonizzato creando sconcerto nei propri sostenitori e scherno da parte della parte politica destinata a minoranza.
Il concetto sbagliato italico è la criminalizzazione dell'avversario e non delle sue azioni e l'elettore medio vede un tradimento scendere a patti con il partito tanto odiato.
Odio appunto. Il clima è sempre più pervaso di odio e tutti gli schieramenti non fanno nulla per invertire questa tendenza.
Sarebbe già una grande conquista ammettere che la fazione avversaria h fatto qualcosa di buono e da li ripartire.
Sarebbe bello iniziare a parlare propositivamente e non distruttivamente, si potrebbe vivere così un accorpamento governativo più serenamente come una necessità e non come un tradimento abbandonando il clima da stadio perenne. Il tifo lasciamolo ai tifosi.
Il mio è un ragionamento maturato da un anno o anche più. Mi pare un punto di partenza per qualsiasi ambito politico.
Forse sono troppo pretenzioso...
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Uepino non è Schettino...è rimasto a bordo fino all'ultimo
Ka cimm a fe?
Ciao Clara