Incoerenze dell'italica opinione

Vorrei porre la questione su due casi di cronaca che in un certo senso sono raffrontabili: la vicenda dei marò e quelli dei vigili romani.

Da un lato abbiamo due fucilieri della Marina che ingaggiati da una petroliera italiana privata al costo di 500 euro al giorno più vitto e alloggio, ammazzano due pescatori o due pirati a seconda del punto di vista politico, ma uccidono due persone.
Ora uno di questi due durante, non la prigionia (che non c'è ancora stata), ma durante la permanenza nell'ambasciata italiana in India, è colto da ischemia e torna in Italia.
Al termine del periodo di convalescenza concesso, si scopre di una forma congenita al cuore da operare, con tanto di ricovero e nuova convalescenza.


Dall'altra parte abbiamo quasi la totalità di una categoria, con un o stipendio tra i 1000 e 1700 euro, che come forma di protesta contro le decisioni (forse illogiche) dei capi, rinuncia ad effettuare gli straordinari (molto ben retribuiti) per la notte di capodanno, quindi non stiamo parlando di un turno ordinario di lavoro, ma di non dare una disponibilità in caso di bisogno. Quando l'Amministrazione romana si trova a fare i conti con l'emergenza del capodanno, corre a precettare i vigili che risultano poi malati.

Ora il paragone che voglio porre è questo: se al posto del marò, ci fosse stato un qualunque dipendente pubblico che avrebbe fatto istanza di una ulteriore malattia per un intervento, si sarebbe gridato allo scandalo? Ci si sarebbe avventati contro il vigile urbano (o l'impiegato del catasto o un qualsiasi dipendente pubblico)?

Io credo proprio di si.

Voi che ne pensate?